La differenza vera è sapersi confrontare con i propri fallimenti, e non fermarsi

imparare a fallire

Molti ritengono che un vincente sia una persona in grado di sapersi confrontare bene con il successo e la vittoria: abituato a vincere, ad ottenere consensi, spesso si ritiene che un vincente debba confrontarsi con il fatto di dirigere gli altri, imparare ad essere il primo ed a divenire il leader del gruppo, e saper stare da solo nella vittoria.

Invece è tutto il contrario.

La differenza la fa chi riesce a saper stare da solo, nel bel mezzo di una clamorosa sconfitta, una di quelle che fanno “rumore” e che generano quel chiacchiericcio di fondo che assolutamente disturba lo scorrere dei giorni. Uno di quei fallimenti che danno davvero fastidio al proprio ego, che ci mettono a terra e ci tolgono il fiato dallo stomaco, esattamente come un pugno scagliato da qualcuno a cui proprio non andiamo a genio per come siamo fatti.

La differenza la fa il saper gestire situazioni critiche – quando tutti scapperebbero – saper analizzare bene l’accaduto, comprendere i passi falsi, analizzare e comprendere le proprie reazioni, rielaborare le idee, far defluire la delusione, lasciare che passi, che se ne vada. Via.

E poi ricaricarsi, pensare, e capire cosa poter fare per migliorare la situazione e per ricominciare anche una volta.

Solo chi riesce a confrontarsi profondamente con i propri fallimenti, chi riesce a gestire nel giusto modo le proprie delusioni, può ripartire ancora una volta, trovando ancora più slancio per il futuro a dispetto di quanto accaduto in passato.

Cosa è davvero importante apprendere?

Imparare a stare per un il giusto tempo con i propri fallimenti, per poi lasciarli alle spalle e ricominciare.

Imparare a fallire – dandogli il giusto peso – è la cosa più importante. E ricominciare.

Senza paura, ma stavolta con qualche accorgimento in più, perché, va bene tutto, ma l’importante è che non diventi un’abitudine.