Spegnersi come una candela (o consumarsi come una candela)

La nostra fine è comunque la stessa di una candela.

Ma meglio consumarsi (per qualcosa di bello) che spegnersi per la paura del vento troppo forte – o per il vento brutto che tutto vuole spento.

Ma il rischio, è proprio quello: lasciarsi spegnere dal vento, come una candela. Impotente, stando fermi ed immobili – perché quasi impossibilitati a muoversi, tanto la nostra mente rimane ingabbiata e senza forze per reagire.

Che rischio! Che rischio!

Rimanere senza forze, senza vere convinzioni per cui combattere. Che rischio!

Il problema non è non stancarsi, perché è impossibile. Il problema non è arrivare più o meno stanchi a fine giornata – più o meno stanchi alla fine della vita – ma bensì “stanchi per cosa”.

Per cosa ti sei stancato?

Hai lasciato che il vento delle brutture della vita spenga la fiammella di vita che è in te, oppure hai combattuto per difenderla, custodirla, crescerla, trasformarla in un fuoco e addirittura, hai permesso a qualcuno di potersi scaldare dinanzi alla tua fiammella?

Hai compreso insomma, che il segreto del vero combattimento, è l’abbandono?

Una candela è abbandonata al suo destino ed è cosciente che lentamente, sta morendo – ma non morendo inutilmente – bensì, morendo per qualcuno, per illuminare la stanza – a prescindere da chi ci sia dentro – per scaldare qualcuno che si trova in quel momento, dinanzi a lei.

Non fa differenze, ed il suo destino è già segnato, anche se non ne conosce il tempo esatto.

Ma il rischio, il rischio è reale.

Bruciare, in una stanza vuota. Oppure anche peggio, non bruciare più e spegnersi definitivamente in mezzo al vento impetuoso.

Oppure consumarsi, per qualcosa, per qualcuno?